Essere degustatore: la mia Esperienza a Mundus Vini
Mundus Vini è un concorso enologico di fama internazionale, un punto di riferimento per la qualità del vino a livello globale. Organizzato dalla casa editrice tedesca Meininger Verlag, dal 2014 Mundus Vini raggruppa due volte all’anno a Neustadt an der Weinstrasse, cittadina tedesca vicino a Francoforte, una giuria di esperti da tutto il mondo per valutare migliaia di vini in competizione.
Aver partecipato a Mundus Vini è stata una sfida personale e professionale che ha richiesto consapevolezza, preparazione e una profonda responsabilità. La mia pluriennale esperienza nel settore vitivinicolo, arricchita dalla formazione AIS e dalla certificazione WSET, si è rivelata un bagaglio fondamentale in questo contesto.
Mundus Vini è stato in un banco di prova unico, un’occasione impareggiabile per confrontarmi con esperti internazionali e mettere alla prova le mie competenze.
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L’organizzazione di Mundus Vini è un modello di efficienza e professionalità, che garantisce un concorso serio, rigoroso e trasparente. La presenza di notai e laboratori accreditati assicura la conformità alle normative e la tracciabilità dei risultati, elementi essenziali per la credibilità di una competizione di tale portata. La degustazione “alla cieca” dei campioni – oltre 12.000 vini in gara – è in realtà solo la punta dell’iceberg.
‘Il mattino ha l’oro in bocca’, recita un adagio, e mai come in questo contesto si è rivelato appropriato. Le giornate di degustazione sono state organizzate esclusivamente al mattino con meticolosità per preservare la freschezza dei sensi, elemento fondamentale per garantire la qualità e precisione dei giudizi espressi. Questo ha permesso di affrontare le diverse ‘flights’ – batterie di 8-12 vini – con la massima concentrazione, senza sovraccaricare i sensi.
Ogni batteria è stata presentata con informazioni essenziali: numero del campione, annata, eventuale affinamento in legno, categoria del vino (bianco o rosso, tranquillo o spumante, ecc.), zuccheri residui (ad esempio non oltre 4 grammi/litro) e vitigno principale o la menzione cuvée. La scheda di valutazione prevedeva oltre 20 criteri individuali, come l’aspetto visivo, il profilo aromatico e la struttura, solo per citarne alcuni.
Nessun altro dato è stato a disposizione dei giudici, garantendo così un giudizio il più possibile obiettivo e basato unicamente sulle caratteristiche organolettiche del vino, la sua qualità e il suo potenziale.
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La giuria internazionale di esperti da 48 Paesi era composta da enologi, sommelier, degustatori, commercianti di vino, blogger e giornalisti specializzati, ognuno con la propria esperienza e competenza. Questo mix di culture e background, che ha portato a interessanti scambi di vedute sulle diverse interpretazioni dei profili aromatici, ha reso le degustazioni ancora più stimolanti e arricchenti. Il confronto con i colleghi, lo scambio di opinioni e la condivisione di esperienze sono stati momenti di grande valore.
Fin da subito, ho compreso quanto la mia preparazione fosse adeguata e allineata agli standard richiesti e mi hanno permesso di affrontare la degustazione con metodo e sicurezza, esprimendo giudizi precisi e motivati.
Questa è stata la prima esperienza come giudice in un concorso di tale portata. Ho deciso di mettermi alla prova, consapevole che, pur avendo una lunga esperienza nel mondo del vino, la mia attitudine a esprimere giudizi formali in competizioni era ancora recente.
In questo contesto, ‘giudicare’ ha assunto un significato profondo: esprimere una valutazione ponderata, decidere con rigore su una questione di qualità, e valutare con attenzione e discernimento ogni singolo campione.
La valutazione di un vino in un contesto competitivo ha richiesto abilità tecniche e sensibilità degustativa, ma anche coerenza e capacità di confronto. Ogni decisione presa influenza il produttore del vino, ed il mercato, per questo ho affrontato questo ruolo con il massimo dell’attenzione e della responsabilità.
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È stata un’esperienza formativa a 360 gradi. Ogni degustazione, ogni confronto, ogni premiazione è stata un’occasione per crescere come professionista del settore.
Il mio obiettivo era quello di mettere alla prova le mie capacità e di rappresentare al meglio la preparazione e la professionalità acquisita negli anni.
Questa mia testimonianza non è autocelebrativa: spero che la mia partecipazione possa essere un invito a mettersi in gioco e a cogliere le opportunità di crescita che il mondo del vino offre.
